Raggio di sole. Bagliore che droga.
In un futuro ipertecnologico, l’umanità rischia di estinguersi perché il sole si sta spegnendo. Tralasciando le verosimiglianza scientifica di tale presupposto, Sunshine è un gran film. Ecco, mi butto subito in questa lode sfacciata e senza mezzi termini.
Icarus – nome infelice, se non altro per l’hybris e il fallimento che vi sono inscritti – è il nome della navicella spaziale inviata a compiere la missione di salvataggio dell’astro morente. Il tentativo è quello di farlo riaccendere attraverso un’enorme fissione nuclerare. Scopriamo ben presto che Icarus è in realtà Icarus 2: i nostri eroi stanno tentando un’impresa che già altri hanno fallito. Perché? Non vado oltre, perché sarebbe già spoiler.
Sunshine è una visione abbacinante. Il sole in tutta la sua luminosità strega i protagonisti e anche lo spettatore, anch’egli coinvolto nel bagno di luce totale. Una scarica di energia: prima pulsante e poi al massimo voltaggio.
Sunshine è una strizzata d’occhio ai cinefili, con citazioni abbondanti, ma abbastanza scontate. Danny Boyle fa i suoi omaggi all’immaginario fantascientifico e poi cede alle sue visioni psichedeliche, con alcuni freeze-frame al limite del subliminale.
Sunshine è una spietata carneficina psicologica, in cui l’ideale del bene comune si scontra con l’egotismo individuale, e, infine, con la follia mistica. I protagonisti devono denudarsi delle loro motivazioni individuali, devono portare il loro ragionamento ad una razionalità pura, alla razionalità delle macchine: una volta individuato il valore finale, nessun deragliamento è possibile. L’eroe è colui che, capace dell’estremo atto di abnegazione, va dritto verso il fine prestabilito. L’errore umano è sempre in agguato qualunque forma di distrazione, sia essa l’attaccamento alla vita o la miope pietà verso qualucun altro.
Il regista di Trainspotting lanciandosi nella fantascienza avrebbe potuto deludermi, non l’ha fatto. Non l’ha fatto perché è riuscito a costruire la tensione all’interno delle dinamiche psicologiche dei protagonisti e ha piegato ancora una volta una tecnica videoclippara ad una storia ricca di senso.
Indicazioni terapeutiche: ottimo ricostituente da usare prima di compiere la propria grande sfida con se stessi. Individui con una certa sensibilità cinefila potrebbero ricavarne un immediato beneficio per lo sguardo.