
A parte gli scherzi, stiamo certamente sfiorando quelli che sono i limiti fisiologici della nostra mente: alcune ricerche iniziano a evidenziare come ci muoviamo verso un’obesità cognitiva. Cosa significa?
Mi ha colpito molto questo articolo tratto da un blog del network Harvard Business Review: Your Brain on Facebook. L’autore dell’articolo, David Rock, fornisce alcuni spunti interessanti sull’overload social al quale siamo continuamente sottoposti e sulle sue conseguenze. Alcuni dei punti principali in sintesi:
- Così come merendine, hamburger, alcolici e altre “calorie vuote” hanno reso obesa una parte consistente della popolazione mondiale, allo stesso modo rischiamo di riempire il nostro cervello di “stimoli vuoti” che apparentemente ci forniscono una ricompensa psicologica producendo dopamina a ogni nostro scambio virtuale.
- Le interazioni face to face restano esponenzialmente più coinvolgenti e soddisfacenti, ma quelle sui social network sono semplici da attivare. Resta, però, un senso di insoddisfazione che nelle interazioni di persona sarebbe sopito dalla produzione di ossitocina e serotonina. Così, come bulimici conversazionali, continuiamo a cercare nuovi stimoli e ricompense sui social network.
- L’eccesso di dopamina genera piacere (come un eccesso di zucchero, nota l’autore del post) ma ci rende iperattivi, intaccando la facoltà di concentrarci su ciò che stiamo facendo.
Così per tante ore al giorno, tutti i giorni, sfarfalliamo da una finestra all’altra gongolandoci per un like, divertendoci a rispondere a una serie di commenti spiritosi o facendo uno spudorato stalking virtuale a qualcuno cui non chiederemo mai di uscire per un aperitivo. Le ricompense sociali sono un flusso continuo, ma piuttosto mediocre, epurato da ogni rischio. Al di là delle possibili conseguenze sulla vita sociale stessa, esistono conseguenze che si allungano sul lavoro o sullo studio… Uno studio di psicologia sociale del Covenant College sulla relazione tra l’uso di Facebook e le performance accademiche sottolinea la correlazione positiva tra l’uso di Facebook e la presenza di nevrosi e di una certa estroversione. In più, il tempo passato su Facebook sembra erodere i risultati accademici. Chiunque abbia un minimo di competenze legate alla metodologia di ricerca sociale, potrebbe avanzare il dubbio che la correlazione positiva possa essere inversa: anziché leggere il dato supponendo che l’uso di Facebook rovini gli studenti in gamba, si potrebbe invertire la direzione delle freccia e pensare che studenti pigri e persone molto socievoli preferiscano espandere la propria vita sociale attraverso Facebook piuttosto che mettersi a studiare. Certo, è ormai un luogo comune dire che i social network siano una droga ed è successo a tutti di non riuscire a concludere un compito perché troppo distratti. Con un po’ di autodisciplina, però, si può ancora scegliere cosa fare e a cosa/chi dedicare l’attenzione. Io, per esempio, avevo proprio intenzione di finire questo articolo, così ho lasciato perdere i social network e ho ignorato Elsa, che per la noia si è addormentata tra le mie gambe. Se, nonostante la lunghezza di questo post, siete arrivati fino a qui, siete la dimostrazione del fatto che sia ancora possibile mantenere un certo livello di concentrazione per alcuni minuti. Grazie per il tempo che mi avete dedicato! 🙂
[…] questo tagliarsene fuori. (Su questo tema mi faccio un po’ di autopromozione e vi consiglio il mio articolo della settimana scorsa. ) Seguendo la cara vecchia logica push Twitter propone una soluzione semplice: temi di esserti […]
[…] già studiato gli effetti dell’essere multitasking a tutti i costi sullo studio e sul lavoro (ho già affrontato il tema dell’overload social), forse sarebbe ora di iniziare a chiedersi quali possano essere le conseguenze sulla vita sociale […]
Ho letto l'articolo, mentre chattavo con la collega del piano di sopra (Silvia tu la conosci bene), e rispondo al collega mentre scrivo questo post…probabilmente ho fatto un po' di errori ortografici ma non posso di non essere stata concentrata almeno per qualche min. Anzi, ti dirò, mi è rimasto impresso il termine "obesità cognitiva", l'hai coniato tu o l'hai già coniato? poi son d'accordo sul concetto che noi siamo limitati rispetto al mondo social network, ne stavo parlando giusto ieri con un altro collega.
Stalking virtuale, altra bella chicca 😉
bel post, non fosse che, avendolo scritto mentre arrivavano le notifiche dai vari social, ciò ne avrà intaccato indubbiamente la completezza e l'obiettività.
come per questo commento, d'altronde.
vero, esaustivo, esauriente
Per me ormai la risposta unica e sola è la caffeina. 🙂
L'ho coniato io sulla base di questa frase nel post inglese che ho linkato: "Our minds may be going the way of our waistlines, as a result of "empty neural calories": fodder for the brain that stimulates but doesn't fulfill."
Non mi fate troppi complimenti sulle scelte lessicali che mi ringalluzzisco! 🙂
Si può risultare esaustivi pur essendo distratti?!? Io penso e spero di sì! 😛
Comunque ora vado a mangiare un po' di cioccolato avendo arguito che, colpa del lavoro, sono in carenza di serotonina! :!
Mi piace quando i lettori vanno d'accordo. Sono stata esaustiva o sono stata distratta? Entrambe le cose probabilmente. 😉