Tag / commedia
Immaturi – il viaggio
*Un botteghino magro, magrissimo: dimezzato rispetto a quello dell’anno passato. Chi pensa sia solo colpa della crisi economica, però farebbe bene a ripassare il cartellone del Natale 2010.
Uscendo dalla sala cinematografica, un annetto fa, il mio primo pensiero è stato: questi personaggi funzionano così bene che sarebbe bello farne una serie tv. Già mi immaginavo un prodotto brillante alla Boris, ma commerciale come Camera Caffé, insomma un prodotto da competizione a testa alta con la concorrenza d’oltreoceano. Così, sono stata contenta quando ho visto che sarebbe uscito questo sequel: non è proprio quello che avrei fatto io, ma conferma che ci avevo visto giusto. 🙂
Il viaggio degli ex immaturi ormai in possesso del diploma (ma non del tutto cresciuti sotto altri aspetti) è ambientato a poche settimane dal primo film, nel torbido caldo agostano della Capitale. Le evoluzioni dei protagonisti non sono scontate: si ristabiliscono gli equilibri e si stiracchiano i rapporti ricomponendo i pezzi del puzzle in modo da illuminare ciascuno in modo diverso. In alcuni casi questa riscrittura è estremamente proficua: con grande sorpresa il lato riflessivo è affidato alla figura di Virgilio (interpretato da Paolo Kessisoglu), che nel primo film sembrava un abbozzo superficiale e non del tutto risolto, mentre in questo acquisisce spessore e intreccia una delicata amicizia con Eleonora (Anita Caprioli – anche lei, rispetto alla precedente pellicola, acquista minuti e rilevanza narrativa). Un personaggio che invece nel primo film aveva attraversato un arco narrativo completo, ma che nel sequel sembra regredire, è la Francesca di Ambra Angiolini, francamente la meno credibile perché forse un po’ eccessiva. Per il resto: gli irreprensibili Giorgio (Raoul Bova) e Lorenzo (Ricky Memphis) sono tentati da due stratosferiche gnocche ispaniche, l’incorreggibile Piero (Luca Bizzarri) sembra trovare pane per i propri denti, mentre Marta (Luisa Ranieri) e Luisa (Barbara Bobulova) sembrano abbassate a comprimarie: funzionano come metà di un equilibrio di coppia, ma non hanno un grande peso individuale.
Una regia tecnicamente matura, trova nell’isola greca di Paros l’ideale complemento scenografico naturale. La colonna sonora è una punteggiatura usata con intelligenza e senza esagerazioni retoriche: stupendo il testo dell’inedito di Daniele Silvestri che si intitola proprio Il Viaggio – lo sto riascoltando proprio ora.
Un’ultima cosa e poi vi lascio. Se non avete visto Immaturi recuperatelo, perché anche se, come dichiara lo stesso regista siamo di fronte a un’opera piuttosto autonoma, sono abbastanza sicura che l’aver visto il primo aiuti a riempire di senso fino in fondo il secondo. Buona visione!
[Diario del Festival del cinema di Roma] Jesus Henry Christ un eccentrico ritratto di famiglia
[Diario dal Festival del Cinema di Roma] Hysteria: il vibratore e altre storie d’amore
Niente da dichiarare?
Trovate su Cinema 4 Stelle: la mia recensione di Niente da dichiarare?
Zach e Miri – Amore a primo… sesso
Il giusto stato d’animo per godersi questo film: Spudorata goliardia Nessun tabù resiste in questi favolosi anni duemila. E se c’è stato un tempo in cui la liberalizzazione sessuale era la promessa di un mondo migliore, adesso è solo un altro espediente per arrivare a fine mese. Se anche voi, come la Cortellesi in Nessuno mi può giudicare, avete iniziato ad escogitare modi creativi per pagare le bollette, Zach e Miri saranno di grande ispirazione: abbattiamo l’ultimo briciolo di pudore rimasto, facciamo un film porno! Tra anal, timoni olandesi, tette finte e genitali di proporzioni generose, non è che gli unici tabù a non essere caduti siano quelli emotivi? E poi chi ha detto che il sesso rovina l’amicizia?
Indimenticabile Il party di rimpatriata con i compagni del liceo è stato esilarante: non erano nemmeno arrivati che Zach (il mirabolante Seth Rogen) già stava proponendo un cuccinlingus a una donna sposata. Poco dopo, il tentativo di approccio sessuale di una Miri mezza sbronza (Elisabeth Banks) con il compagno di scuola (interpretato da quel bellissimo pezzo di legno che è Brandon Routh, già un pessimo Dylan Dog), che poi si rivela gay e fidanzato con un attore porno (Justin Long), è stato il momento che mi ha fatta cadere dalla sedia dal ridere.
Da dimenticare Non c’è una sola scena non riuscita in questo spassosissimo film, eppure i deboli di stomaco dovranno chiudere forte gli occhi nel momento scatologico più hard che la commedia hollywoodiana ricordi.
Indicazioni terapeutiche Per chi ha da tempo messo da parte la pudicizia.
Four Lions
Emo-vie – il giusto stato d’animo per godersi questo film: Risate libere e liberatorie A me hanno insegnato a non ridere della morte, non ridere delle tragedie e non ridere delle persone che fanno errori con risultati disastrosi. Qualora l’avessero insegnato anche a voi, per godervi questo film in santa pace liberatevi di questo insegnamento: con Four Lions la risata scappa come una scorreggia, quando non è né il luogo, né il momento. Oooops!
Indimenticabile La scena del corvo kamikaze, ripresa anche dalla locandina originale. Solo la prima delle tante risate politicamente scorrette.
Da dimenticare La leggerezza con cui tutto questo humor demenziale e fuori luogo non porta da nessuna parte. Non c’è un messaggio, né una morale, solo una parodia senza freni inibitori della tragica attualità.
Indicazioni terapeutiche Solo per chi ha un senso dell’umorismo molto british. La mia recensione di Four Lions su Cinema 4 Stelle.
Una notte da leoni 2 – O se preferite: The Hangover Part II
Emo-vie – il giusto stato d’animo per godersi questo film: Per i ragazzi (e le cattive ragazze): scapolite acuta Se siete terrorizzati all’idea che i vostri migliori amici possano mettere la testa a posto e sistemarsi, se la vostra idea di una bella serata è un manganello party(*) che include fiumi di alcol e goliardia, soprattutto, se vi è capitato qualche volta di svegliarvi senza ricordare cosa aveste fatto la notte precedente (o, cercando di dimenticarlo per l’imbarazzo), allora il vostro film è Una notte da leoni. Se l’avete già visto e volete partecipare di nuovo alla baldoria del branco di Phil (Bradley Cooper), sta per uscire al cinema Una notte da leoni 2. Praticamente lo stesso film, solo ancora più esagerato. Per le ragazze: occhio all’ormone! (Ne approfitto per fare un annuncio: se qualcuno volesse farmi un regalo cinefilo per il prossimo compleanno, al posto dei soliti DVD, libri e riviste, una notte con Bradley Cooper andrà benissimo!)
Indimenticabile Alan, interpretato da Zach Galifianakis: per quanto l’aitante biondone catturi gli sguardi femminili (e non solo quelli), il vero personaggio indimenticabile di questo secondo post-sbornia è il cognato grasso e semi-ritardato di Doug (l’assolutamente insipido Justin Bartha, che in questo secondo film fa una parte piccolissima). Il ragazzolone che non crescerà mai è il vero motore dell’azione (e della distruzione) ed è anche quello con le battute migliori (peccato che almeno una sia stata sprecata nel trailer).
Da dimenticare Questo è un cookie-cutter movie: hanno preso lo stampino del primo e hanno fatto il secondo. Niente di strano o di scandaloso, ma se il primo era geniale questo è solo una figata pazzesca.
Indicazioni terapeutiche Una delle migliori botte di divertimento cinematografico che possiate procurarvi. Chiamate subito il vostro pusher di fiducia. L’espressione non è mia, ma ho ampiamente guadagnato il diritto ad usarla. La considero una buona uscita.
Gianni e le donne
Da buttare: il finale un po’ tarallucci e vino.
Indicazioni terapeutiche: una cura del sorriso amaro, per superare il tabù del tempo che se ne va.
Protagonista, regista e co-sceneggiatore del film, Gianni di Gregorio (che aveva esordito alla regia cinematografica nel 2008 con il Pranzo di ferragosto) con Gianni e le donne ci regala una riflessione lucida e disincantata sull’inizio dell’ultima stagione della vita di un uomo, creando un personaggio che è un’emanazione caricaturale ma palesemente autobiografica di se stesso…
Ho scritto questa recensione per Cinema 4 Stelle: continua a leggere.
I fantastici viaggi di Gulliver
Da buttare: la banalità della sceneggiatura, del tutto prevedibile, fatta eccezione per quelle due o tre idee geniali che sono state incluse nel trailer del film.
Indicazioni terapeutiche: qualche risata a denti stretti, per trentenni in cerca del loro posto nel mondo.
Sulla carta una rivisitazione dell’opera più famosa di Jonathan Swift è un’ottima idea. Eppure…
Ho scritto questa recensione per Cinema 4 Stelle: continua a leggere.