Quando Anne Hathaway è stata scelta da Christopher Nolan non avevo idea di come si sarebbe potuta trasformare per essere felina al punto giusto. La Hathaway pre-Batman era graziosa, attraente, femminile… ma se avessi dovuto paragonarla a un animale – con quegli occhi tondi e le labbra carnose – difficilmente mi sarebbe venuto in mente un gatto. Ha fatto rumore la sua rigida dieta per ottendere una forma fisica perfetta, ma io continuavo a nutrire una certa perplessità. Chiunque può dimagrire per un film, specialmente le ex modelle – e Christian Bale, se sei un maschio, il difficile è arrivare allo stesso livello di chi ha vestito gli stessi panni.
La prima Catwoman del grande schermo (che nel doppiaggio purista dell’epoca era stata facilmente trasformata in Donna Gatto) è stata Lee Meriwether, finemente maliziosa come potevano ancora esserlo le modelle degli anni Sessanta. Troppo lontana (a livello cronologico e stilistico) perché un qualche confronto possa pesare sulla Hathaway.
Lee Meriwether, la Donna Gatto in Batman
Facile il paragone tra lei e Halle Berry, di certo felina e ammiccante, ma l’omonimo Catwoman del 2004 è così infedele al personaggio della DC Comics, che nessuno muore dalla voglia di ricordarlo.
Michelle Pfeiffer nel costume in latex di Catwoman
E alla fine arriva lei, Anne Hathaway, capace di alternare un’innocenza fanciullesca ad una malizia un po’ folle ed elegantissima nelle sue mosse feline. A guardarla recitare, trasformata dalla mano severa ed esigente di Nolan, la perplessità scompare: non solo è all’altezza Pfeiffer, ma ha il magnetismo per diventare anche lei icona.
Anne Hathaway in Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno