Tag / Nick Hornby
Febbre a 90
Febbre a 90 di Nick Hornby, ed. Guanda
Avevo così tanta voglia di leggere Hornby che non mi importava che parlasse di calcio. Tanto per far capire il mio livello di dipendenza da questo scrittore. Ed è buffo che il libro parli proprio di fissazioni a una che è fissata con l’autore.
Tutta colpa di Alta fedeltà (e del momento in cui l’ho letto), continuo a ripetere. Ma il momento c’entra sempre, come ci fa capire lo stesso Nick, che rivede le radici della sua passione per il calcio nella ricerca di un terreno comune con il padre, da poco separato dalla madre, e di una scusa socialmente accettabile per manifestare la sua ansia e le sue pene.
Trovo buffo che la sua agente letteraria abbia voluto che lui esordisse con questo romanzo autobiografico e non con Alta fedeltà, che scrisse per primo. Questo è probabilmente il primo libro di Nick Hornby ad annoiarmi un po’ (non ero interessata a tutti quei calciatori e alla descrizione dei goal e alle retrocessioni e vittorie dell’Arsenal negli ultimi decenni), eppure è quello dal quale si può evincere meglio la ragione del suo successo. Nick Hornby sa fare di una passione qualunque (la musica, i libri o il calcio come in questo caso) una sottile filigrana attraverso la quale rivedere la vita e interpretarla. Fa delle cose che ama una metafora, salvo poi prendersi il lusso di dire che si tratta di una pessima metafora quando gli fa comodo. Tutto qui. E non è mica poco.
31 canzoni
Per chi vuole ascoltare quello che piace a Nick, ecco la sorprendentemente eclettica Top of the Pops dello scrittore inglese, il quale riesce almeno a dimostrare quanto la musica pop/rock sia eterogenea:
- Your Love Is the Place Where I Come from – Teenage Fanclub
- Thunder Road – Bruce Springsteen
- I’m Like a Bird – Nelly Furtado
- Heartbreaker – Led Zeppelin
- One Man Guy – Rufus Wainwright
- Samba Pa Ti – Santana
- Mama You Been on My Mind – Rod Stewart
- Can You Please Crawl out Your Window? – Bob Dylan
- Rain – The Beatles
- You Had Time – Ani DiFranco
- I’ve Had It – Aimee Mann
- Born For Me – Paul Westerberg
- Frankie Teardrop – Suicide
- Ain’t That Enough – Teenage Fanclub
- First I Look at the Pursu – the J. Geils Band
- Smoke – Ben Folds Five
- A Minor Incident – Badly Drawn Boy
- Glorybound – The Bible
- Caravan – Van Morrison
- So I’ll Run – Butch Hancock e Marce LaCouture
- Puff the Magic Dragon – Gregory Isaacs
- Reasons to Be Cheerful, Part 3 – Ian Dury & the Blockheads
- The Calvary Cross – Richard e Linda Thompson
- Late for the Sky – Jackson Brownie
- Hey Self Defeater – Mark Mulcahy
- Needle in a Haystack – The Velvelettes
- Let’s Straighten It Out – O. V. Wright
- Royksopp’s Night Out – Royksopp
- Frontier Psychiatrist – The Avalanches
- No Fun/Push It – Soulwax
- Pissing in a River – The Patty Smith Group
Juliet, Naked: ancora un altra freccia dritta nel centro dell’obiettivo, grazie Nick!
“The truth about autobiographical songs, he realized, was that you had to make the present become the past, somehow: you had to take a feeling or a friend or a woman and turn whatever it was into something that was over, so that you could be definitive about it. You had to put it in a glass case and look at it and think about it until it gave up its meaning, and he’d managed to do that just about everybody he’d ever met or married or fathered. The truth about life was that nothing ever ended until you died, and even then you just left a whole bunch of unresolved narratives behind you.“
Per la prima volta ho deciso di leggerlo in lingua originale, godendo non poco dell’esperimento. Se possibile la prosa di Hornby appare ancora più diretta, pur non essendo mai banale, ma al contrario particolarmente acuta e aguzza.
Una vita da lettore di Nick Hornby (piccola dichiarazione d’amore al mio nuovo scrittore preferito)
Una vita da lettore di Nick Hornby, Guanda Con Nick Hornby mi trovo in uno strano imbarazzo. Mi piace sempre, non scrive nulla che io trovi noioso o che non mi tocchi in qualche modo. Decisamente, tra i contemporanei, è il mio scrittore preferito. Ogni recensione, quindi, dovrei cominciarla con: “Hornby riesce sempre a farmi ridere e piangere allo stesso tempo”. Non si può cominciare sempre così però. Ed ecco il mio imbarazzo: io ve lo ripeterei sempre, se fosse per me.
Fatta la dichiarazione d’amore per lo scrittore passiamo a questo libro. Da un libro di recensioni uno si aspetta recensioni, giusto? Non la vita, pulsante, le esperienze, i pensieri, le indignazioni, le emozioni. E invece Una vita da lettore è tutto questo. Hornby prende per mano il suo amico/lettore e lo accompagna attraverso le proprie letture come se gli mostrasse le stanze della sua casa. Davvero coinvolgente oltre che abbastanza istruttivo. Mentre leggevo ho segnato qualche libro, che forse finirà nella mia lista dei desideri e che, forse, leggerò un giorno.
Alta Fedeltà: un piccolo cult
Ho appena finito di leggere Alta fedeltà, di Nick Hornby. Un libro che parla di un uomo che ha superato la trentina, ma non la paura di legarsi a una donna. Un libro scritto da un uomo, che denuda il punto di vista maschile, lasciando il fianco scoperto al lato femminile del protagonista: sentimentalismo, musica e lacrime sono esposti senza pudore. La superficialità esibita nasconde una capacità di entrare nell’essenza delle cose, di raccontare una situazione. Rob e Laura erano una coppia, finchè lei non lo lascia. Rob riflette sugli errori fatti, finché non scopre che lei ha un altro. Allora non fa altro che chiedersi se quest’altro scopi meglio di lui. E per ripicca, per reazione o, forse, solo perché lo spirito vitale è ancora danzante in lui, va a letto con un’altra donna. Niente di che. Poi Laura torna indietro. Rob e Laura tornano a stare insieme. Penultimo capitolo: lui si prende una cotta per una giornalista musicale incontrata per caso. Ultimo capitolo: Rob chiede a Laura di sposarlo e Laura non gli risponde di sì, ma lo ringrazia. Bello questo libro. Bello nel descrivere i sentimenti, gli alti e bassi, gli sbagli, le paure. E il lieto fine non è lieto, è solo fine. Anzi, non è nemmeno fine, è come dire: “riusciranno i nostri eroi?…”
Alta fedeltà: rimasticature letterarie accidentali

Lingerie
“Non mi sono mai ripreso dallo shock di scoprire che le donne fanno esattamente quello che facciamo noi: tengono il paio migliore di slip per le sere in cui sanno che andranno a letto con qualcuno. Quando vivi con una donna, compaiono misteriosamente questi scarti dei grandi magazzini, scoloriti, sbrindellati e rimpiccioliti, stesi sui termosifoni di tutta casa; e i sogni lascivi che facevi da ragazzino, pregustando la maturità come l’epoca in cui saresti stato circondato da conturbante biancheria femminile per omnia saecula saecuolorum… vanno in cenere.“
– Mamma, santoddio, ancora? Laura non si vuole sposare. Non è quel genere di ragazza lì. Come te lo devo dire? Adesso si usa così.– Non so davvero come si usi adesso. So solo che tu incontri una donna, ci vai a vivere insieme, e lei se ne va. Incontri un’altra donna, ci vai a vivere insieme, e lei se ne va.Colpito e affondato.
Questo ricordo è davvero il peggio del peggio, chiunque al posto mio si ritroverebbe in un bagno di sudore freddo e appiccicaticcio: Laura e io lo sentivamo quando faceva l’amore.
Ma prima di esprimere un giudizio, benché sia probabile che ne abbiate già formulato uno, provate a scrivere le quattro cose peggiori che avete fatto voi al vostro partner, anche se – specie se – il vostro partner non ne sa niente.
Io tenni duro perché, all’improvviso, proprio alla fine della storia con Rosie, mi scoprii di nuovo veramente attratto da Laura; era come se avessi avuto bisogno di Rosie per esaltare il sapore di Laura.
Ma perché nessuno scrive canzoni sul fatto che sia possibile fuggire e marcire? Perché nessuno dice che la fuga può risolversi in un buco nell’acqua, e puoi lasciare il sobborgo per la città, ma finire col fare lo stesso una scialba vita suburbana?
Ho passato quasi trent’anni ad ascoltare canzoni sui cuori spezzati, e questo mi ha aiutato? No, mi ha fregato.
Sembra quasi che se metti la musica (e i libri, probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa procuri emozioni) al primo posto, non riuscirai mai a chiarire la tua vita amorosa, e non arriverai mai a considerarla come un prodotto finito. Ci troverai sempre qualcosa da ridire, starai sempre in subbuglio, e continuerai a criticare e a cercare di dipanare la matassa finché non va tutto a rotoli e devi ricominciare daccapo. Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico di noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo mai a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati, o al settimo cielo, e questi sono stati d’animo forse difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida.
– Senti, Rob. È successo. Ed è stato un bene, per un sacco di motivi, perché noi non stavamo andando da nessuna parte, mentre adesso forse possiamo orientarci meglio. E se il sesso fantastico fosse una cosa così importante come pensi, e se io l’avessi provato, allora non saremmo qui a letto insieme. È questa è la mia ultima parola sull’argomento, ok?– Ok.
– Ma secondo te non conta se non siamo più quelli che eravamo?– Anzitutto, penso di dover mettere in chiaro una cosa: tu non ne hai nessuna colpa.– Grazie tante.– Tu sei esattamente lo stesso di prima. Da quando ti conosco, non sei cambiato di una virgola. Se abbiamo preso due strade diverse, sono io quella che ha imboccato un’altra via. Ma l’unica cosa che ho fatto è stato cambiare lavoro.
Le donne sbagliano quando si lamentano dell’immagine femminile diffusa dai media. Gli uomini capiscono benissimo che non tutte le donne hanno il petto della Bardot, il collo di Jamie Lee Curtis, o il fondo schiena di Felicity Kendall; e non ci badano. Ovviamente preferiremmo Kim Basinger a Hattie Jacques, proprio come una donna preferirà Keanu Reeves a Bernard Manning, ma non conta troppo, quanto il livello di mortificazione. Abbiamo fatto in fretta a capire che le ragazze di James Bond non giravano dalle nostre parti, ma accettare che una donna non ti guarderà mai come Ursula Andress guardava Sean Connery, e nemmeno come Doris Day guardava Rock Hudson, è molto più difficile, per la stragrande maggioranza di noi. Nel mio caso, poi, non sono nemmeno sicuro di averlo mai accettato.