Presentato ieri in presenza del regista, del cast del film e della giuria di
Venezia 67 (
Quentin Tarantino incluso nel prezzo) il film
Balada triste de trompeta… e io potrò dire io c’ero!!! Se non ci credete, potete sempre dare un’occhiata alle
foto che ho scattato.
All’altezza delle mie aspettative e forse persino più in alto, la pellicola del regista spagnolo Alex de la Iglesia è visionaria, tragica, eccessiva, violenta, commovente e a momenti persino trash. Una pellicola complessa, i cui protagonisti si sviluppano su diversi e contrastanti livelli e il cui intreccio si muove sui paradossi e le contraddizioni della vita e della psiche umana. Alcune scene sono da restarci secchi e il finale lascia senza fiato: il pubblico in sala l’ha seguita con una partecipazione da stadio e Tarantino è uscito dalla sala con un ghigno di soddisfazione. Tifo per il Leone d’oro.
Nemmeno questa volta sono riuscita a chiedere a QT di sposarmi, temo che dovrà tornare in America a mani vuote. Peccato! Oggi ho cominciato la mia giornata con un nubifragio che per poco mi impediva di arrivare al Lido e dopo aver preso il vaporetto mi è venuto il mal di mare… e non mi è ancora passato. Aldilà di questi trascurabili dettagli di colore personali, il primo film della giornata è stato The Town, il secondo film della famiglia Affleck in mostra. Ben Affleck scende un po’ al di sotto delle potenzialità che aveva dimostrato sia in Will Hunting – Genio ribelle come sceneggiatore, sia nella sua prima regia Gone, baby, gone, facendo un film senza infamia nè lode, in tutto simile a molti action già visti. In conferenza stampa afferma di aver preso in qualche modo spunto dall’italiano Gomorra per raccontare come un luogo possa in qualche modo frenare e rendere difficile il cambiamento individuale, risucchiando un uomo in una spirale di criminalità e violenza.